C’è chi non ha voglia di lavorare e c’è chi lavora troppo, e fra questi ultimi c’è chi è affetto da una patologia, è cioè workaholic, che in italiano può essere tradotto come stakanovista, maniaco del lavoro. Già, perché esistono delle categorie di lavoratori che fanno dell’attività lavorativa la propria vita, pervadendone tutti i momenti e tutti gli aspetti. Naturalmente questo ha delle gravi conseguenze sulla salute, con molti casi di stress lavoro correlato, e sulla vita privata, che diventa quasi inesistente.
Come l’alcolismo anche per il workaholism esistono tre fasi(Guerreschi, 2005) verso la dipendenza:
- Iniziale: hai meno vita sociale, lavori di nascosto, trascorri il tempo libero leggendo materiale di lavoro, hai uno stile di vita frenetico, ti senti più depresso e nervoso, accusi di frequente mal di testa e mal di stomaco.
- Critica: cerchi scuse per lavorare di più, manifesti degli episodi di aggressività verso i colleghi e soffri di pressione alta, disturbi cronici e ulcera.
- Cronica: il lavoro pervade tutta la tua vita, lavori di notte, nei giorni di festa e anche in ferie, non hai più una vita privata, con gravi conseguenze per tutto ciò che ne concerne.
Se ci si riconosce nella prima fase e i risultati dei test (puoi leggerne due di seguito) sono positivi allora bisogna cominciare a porre rimedio, staccando la spina dal lavoro con una certa frequenza, magari eliminando alcuni apparecchi tecnologico come PC o smartphone. Rimane il fatto che l’unica vera soluzione può essere trovata solo da un esperto, ovvero uno psicoterapeuta che sappia trovare la causa scatenante e ti aiuti così a risolverla.
Nel 2012 è stata pubblicata la Development of a work addiction scale (di Andreassen, Griffiths, Hetland e Pallesen) sullo Scandinavian Journal of Psychology. È una scala di misurazione per capire quanto è grave la situazione nel presunto workaholic. C’è un test basato su 7 domande con 5 possibilità di risposta: mai; raramente; qualche volta; spesso; sempre. Se si risponde sempre o spesso per 5 volte o più vuol dire che bisogna affrontare il problema.
- Pensi a come avere più tempo per lavorare
- Trascorri più tempo a lavorare di quanto avevi previsto inizialmente
- Lavori per ridurre il senso di colpa, ansia, senso di impotenza e depressione
- Ti è stato detto da altri di ridurre il lavoro, ma non li hai ascoltati
- Ti stressa non poter lavorare
- Hai messo in secondo piano hobby, attività per il tempo libero e l’esercizio fisico a causa del tuo lavoro.
- Lavori così tanto da avere ripercussioni negative sulla tua salute
Per capire se sei workaholic esiste anche un test messo a punto dal The Counseling Team International, a fondo pagina trovi il link della nostra traduzione, per poter permettere a tutti di eseguire il test e di valutare il livello di rischio workaholism. Ricordiamo che tale valutazione deve comunque essere compiuta da un esperto, il test è solo indicativo. È composto da 25 affermazione, a ognuna si fa corrispondere un numero da 1 a 4, che indica mai, a volte, spesso e sempre. A fine test questi numeri vanno sommati, in maniera da scoprire a quale profilo corrispondi:
- Da 67 a 100: sei workaholic e sei sulla buona strada per il bournout e la situazione potrebbe ripercuotersi sulla tua famiglia.
- Da 57 a 66: sei leggermente workaholic e puoi ancora recuperare, evitando così effetti negativi sulla tua famiglia e la tua vita privata.
- Da 25 a 56: non sei workaholic, probabilmente sei solo un lavoratore efficiente e non devi preoccuparti delle ripercussioni sulla tua vita privata.